Brutte notizie per chi ha già investito su un’auto elettrica e per chi è alla ricerca di una vettura nuova di zecca. Partono le polemiche dopo il flop del Governo, c’è un buco da quasi 80 milioni di euro. Ecco tutto svelato
Continua a zoppicare la diffusione delle auto elettriche nel nostro Paese. Il parco vetture circolante in Italia è uno dei più datati, obsoleti ed inquinanti dell’Europa occidentale. E la situazione è ancora lontanissima dall’essere sovvertita. Anche perché le auto a zero emissioni non sembrano attecchire troppo sugli italiani, scettici e diffidenti sui costi di acquisto e di gestione di questi veicoli. Oltre che scettici e diffidenti circa un loro pratico e comodo utilizzo nel quotidiano.
Una nota a dir poco stonata, che però si rispecchia perfettamente nell’Ecobonus 2023: sono ancora centinaia i milioni di euro stanziati e non spesi dai nostri automobilisti. Milioni di euro destinati all’incentivo di acquisto di un’auto elettrica o plug-in hybrid. L’Ecobonus 2024 verrà riproposto a cifre inferiori rispetto a quanto raccontato nell’ultimo anno, ma paradossalmente stanzierà ancora più soldi per questi due segmenti. Un qualcosa che ha scatenato le polemiche degli italiani, di per sé già perplessi dal flop green del Governo. Un flop da milioni e milioni di euro…
In quanti, alla lettura, sapevano già dell’esistenza di un bonus destinato all’installazione di un punto di ricarica privato? Non preoccupatevi: in caso di risposta negativa, siete in numerosa compagnia. È qui che si scatena la nuova polemica, con un flop sonoro e netto da parte del Governo italiano. Gli incentivi per colonnine domestiche o wallbox fino ad un valore massimo di 1.500 euro (cioè l’intera spesa dell’operazione, ndr) sono stati un vero e proprio fiasco. Le domande sono state solamente 5.500 (sommando anche quelle del 2022, ndr), spendendo soltamente 6 degli 80 milioni di euro messi a disposizione per il bonus statale.
Un flop da ricondurre tutto alla gestione comunicativa che il Ministero e le sue estensioni hanno deciso di adoperare per quest’occasione. Ovvero, fallace e ai limiti dell’inesistente. Davvero in pochissimi erano a conoscenza di questo bonus. E quei pochissimi hanno dovuto anche fare fronte ai ritardi della norma e, di conseguenza, le tempistiche super ristrette per presentare la domanda al bando. Tutt’altro che un successo per il Governo, che continua a brancolare nel buio per la transizione verso le zero emissioni. Intanto il parco auto circolante italiano ‘piange’, nella speranza che il 2024 possa rappresentare una miracolosa svolta.
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