Notizia sconvolgente in casa Lamborghini. Nessuno si aspettava l’uscita di scena dalla casa del Toro. Ecco cosa è accaduto.
La casa di Sant’Agata Bolognese Lamborghini ha reso grandi anche tanti manager che hanno lavorato nel periodo d’oro della Miura, della Countach e della Diablo. Il fascino della Lamborghini ha investito migliaia di giovani che avevano un grande sogno nel cassetto. Lavorare in una delle realtà più sfidanti al mondo in termini di Automotive continua ad essere un punto chiave del successo del brand emiliano.
Nell’immaginario collettivo la prima vera Lamborghini è arrivata negli anni ’70. Era un’epoca irripetibile per i motori italiani. La rivalità tra Enzo Ferrari e Ferruccio era alle stelle. Il primo successo commerciale della casa emiliana era stata la Miura, ma la supercar che più ha impattato sullo stile ad esagono ed Y dei futuri modelli della casa è stata la Countach. L’imprenditore di macchine agricole voleva lasciare il rivale modenese ha bocca aperta e ci riuscì.
Era il 1971 e al Salone di Ginevra caddero i veli su di una sportiva che sembrava essere arrivata da un altro pianeta. Il concept era 50 anni avanti a tutti. Non a caso, ancora oggi, le modernissime supercar si ispirano alla Countach. Tutti i masterpiece prodotti in seguito, dalla Diablo sino alla Revuelto, sono state tutte ispirate dal design spigoloso della Countach. E’ stata la madre di tutte le Lamborghini e divenne una icona degli anni ’80.
A quei tempi lavorare per Ferruccio era ancora più prestigioso. In America la fama della Lamborghini crebbe a dismisura, anche grazie a note pellicole di Hollywood. I problemi finanziari limitarono, in seguito, i progetti della casa di Sant’Agata Bolognese, tuttavia la supercar di punta del brand rimase in produzione sino al 1990. Quasi 2 decadi di lavori che la resero ancora più performante. Come annunciato all’epoca dallo stesso tecnico Gandini, il nome stava in dialetto per contagio, ma rappresentava anche la meraviglia.
Lamborghini, un nome noto saluta
Per noi appassionati di motori gli attori protagonisti dell’industria sono più che dei lavoratori. Maurizio Reggiani, vicepresidente Automobili Lamborghini, è stato un volto noto anche nell’ambiente del Motorsport, avendo ricoperto l’incarico di Chief Techinical Officer (CTO) tra il 2006 e il 2021. Ha deciso di lasciare il brand al termine del 2023 dopo una lunga vita spesa nello sviluppo delle supercar più estreme.
L’annuncio è arrivato lo scorso 30 dicembre 2023 su LinkedIn. Reggiani ha comunicato la conclusione della sua straordinaria avventura in Automobili Lamborghini. È stato un viaggio fantastico per lui, cominciato nel 1995 come mechanical design manager, per poi diventare CTO nel 2006. Negli ultimi 2 anni come VP Motorsport ha toccato con mano la qualità degli ultimi prodotti della casa emiliana facente parte del Gruppo VW.
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In quasi 30 anni ha visto crescere a dismisura il brand. Reggiani ha ricordato le tappe della sua importante carriera nell’Automotive. “Ho iniziato nel 1982 in Maserati – ha spiegato su LinkedIn l’uomo simbolo della Lamborghini – seguita da Bugatti con il progetto EB110. Poi in Automobili Lamborghini con quelle vetture iconiche che anno dopo anno hanno portato al successo del brand“. Reggiani è stata insignito lo scorso aprile della laurea ‘honoris causa’ in ingegneria meccanica dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Gli si presenteranno all’orizzonte nuove sfide, magari di natura diversa, raggiunti i 64 anni.