Lo sapevate che i piloti di F1 hanno una partecipazione diretta nell’elaborazione dei bolidi stradali? Ecco cosa ha testato il bicampione del mondo Fernando Alonso.
Fernando Alonso è una leggenda vivente. In carriera ha sfiorato la Triple Crown del Motorsport, provando a vincere anche ad Indianapolis. Ha vinto la Le Mans 2018 e nel 2019, oltra alla mitica Daytona 2019. El Nano, come lo chiamano in Spagna, è tra i piloti più completi di tutti i tempi, avendo anche gareggiato nella Dakar e non senza dimostrare il suo talento.
Non a caso detronizzò il Kaiser Michael Schumacher, vincendo un doppio riconoscimento iridato, in giovanissima età, ai tempi della Renault. Nella annata 2007, trascorsa alla McLaren-Mercedes, è divenuto il secondo pilota, dopo Michael Schumacher, ad aver registrare un punteggio superiore a 100 punti nel campionato mondiale per tre stagioni consecutive. Poi i punteggi sono stati cambiati in favore del nuovo sistema, ma è rimasto l’uomo di molti record della F1.
Nessuno ha mai affrontato più GP di Formula 1 nella storia. Fernando avrebbe avuto la possibilità di vincere più di 32 tappe e sfidare i top driver migliori, ma fu fortunato. Andò via, sbattendo la porta e dichiarando, in modo stizzito, che era stanco di arrivare secondo, attribuendo la responsabilità alla Rossa. I fatti gli hanno dato ragione perché, da allora, la Scuderia non ha più sfiorato nemmeno un successo mondiale. Alonso è anche ambasciatore UNICEF, nonché un dirigente della Grand Prix Drivers Association.
E’ noto per dire quello che pensa e i tecnici della sua attuale squadra dell’Aston Martin lo ha sfruttato anche per una consulenza molto speciale. Al volante della AMR23 lo spagnolo ha conquistato il quarto posto della graduatoria, dimostrando a 42 anni di essere ancora uno dei driver più forti della griglia. Il suo numero di gara è il 14, ma nel 2006 e nel 2007 ha usato il numero 1. Avrebbe meritato più fortuna nel corso della sua carriera, ma il suo carattere caliente lo ha molto limitato.
Alonso, test driver per l’AM
La casa inglese ha concluso la fase di test virtuale di una hypercar clamorosa che ora sta circolando su un tracciato reale. Si chiama Valhalla e, nel 2024, entrerà in produzione e ne verranno realizzate 999 unità. Su questo motore ibrido plug-in potentissimo l’Aston Martin sta lavorando da due anni. Si tratta di una vettura che ha un concetto molto simile ad una monoposto, sfruttando la potenza di V8 biturbo, associato a 3 motori elettrici.
In configurazione boxer, con un baricentro più basso, la Valhalla schizza come un fulmine. La trazione integrale regala una migliore aderenza. L’auto sprigiona 1.012 CV che forniscono una spinta longitudinale da togliere il fiato. Il know-how deriva, direttamente, dall’esperienza del team di Formula 1, attraverso il dipartimento Aston Martin Performance Technologies. Le prestazioni, del resto, sono da incubo.
Lo stesso Fernando Alonso, così come Lance Stroll, hanno preso parti alla messa a punto della vettura tramite i simulatori. L’asturiano avrà una sua copia, naturalmente. La supercar sta ultimando il suo assetto in pista, dopo che il 90% della messa a punto è stata effettuata tramite test virtuali. Tutto è stato messo a punto, in modo ideale, visto che esordirà nel 2024 con le 999 unità che la casa di Gaydon ha scelto di vendere. Prima di entrare in produzione potrebbe passare, ancora, nelle mani dello spagnolo affinché possa verificare che sia tutto alla grande.