A Città del Messico si è corso il primo E-Prix stagionale, con la Porsche di Wehrlein regina. Ecco com’è andata e quali sono gli scenari.
La stagione motorsportiva targata 2024 sta iniziando a prendere forma, con il mese di gennaio che presenta le prime sfide per piloti e squadre. La scorsa settimana ha preso il via la Dakar, che verrà disputata sino alla fine del prossimo week-end, mentre a Città del Messico, nel corso della serata italiana di sabato, è partita anche la Formula E. L’E-Prix iniziale ha visto la Porsche di Pascal Wehrlein dominare la scena, lasciando solo le briciole alla concorrenza.
Ancora una volta, il powertrain della casa di Weissach si è confermato il miglior di questa Gen.3 di monoposto, dopo che lo scorso anno il titolo mondiale era andato a Jake Dennis, che guidava proprio questa vettura, gestita però dal team Avalanche Andretti e non da quello ufficiale. In Messico era presente una bella cornice di pubblico, ma c’è da dire che la gara si è rivelata avara di emozioni.
Il debutto assoluto della Formula E in versione 2024 è stato tutto sommato deludente, con la gara di Città del Messico che non ha dato spazio alle emozioni. Dopo la fine della corsa, Pascal Wehrlein ha dichiarato di aver dato tutto, girando come se fosse in qualifica, con un passo forsennato. Vista la durata delle gare di questo campionato, che è ancora limitata, si potrebbe parlare quasi di gare sprint, che però, come in F1, non stanno assolutamente dando lo spettacolo in cui si sperava.
Prima di tutto, al giorno d’oggi in Formula E si fa molto meno caso alla gestione dell’energia, cosa che con le prime generazioni di monoposto regalava più variabili, con vetture che rischiavano di fermarsi prima del traguardo a causa della fine della batteria. Inoltre, almeno a Città del Messico, l’Attack Mode non ha fatto quella differenza che ci potevamo aspettare, con i sorpassi che sono stati davvero pochissimi ed una lotta per il podio che non ha quasi mai visto i piloti sfidarsi in un corpo a corpo.
Un’altra delle variabili che è del tutto assente è quella del degrado gomme, con la Hankook che, su commissione degli organizzatori, ha costruito pneumatici in grado di resistere senza problemi a tutta la durata della corsa. In sostanza, questo campionato full electric si sta sempre più adeguando alle dinamiche degli altri sport motoristici, quando sappiamo benissimo che, per avere successo, una formula così differente deve avere dalla sua delle attrazioni che gli altri non hanno.
Con la prima generazione di auto, come ricorderete, avveniva addirittura il cambio di vettura a metà gara a causa della scarsa durata della batteria, mentre con le Gen.2 c’era un livello di spettacolo altissimo. Questo campionato ha bisogno di tornare in voga almeno sul fronte dello show, perché altrimenti rischia davvero di affondare nella noia mortale. E le premesse per far male, dopo la prima gara, sono davvero troppe.
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